Ho scolpito A Camille mentre frequentavo l’Accademia Albertina di Belle Arti di Torino. Qui ero seguita dai professori emeriti Giulio Cassani e Raffaele Mondazzi.
Con quest’opera volevo rendere omaggio alla famosa scultrice francese Camille Claudel, ma anche a tutte le donne che in qualche modo intendono affermarsi e lottano per rendersi libere.
Da un incontro casuale con il professore fossanese Giorgio Barbero, uomo di cultura e sensibile all’arte, nacque l’idea di posizionare l’opera al Naviglio San Giuseppe a Fossano. Un luogo all’epoca in stato di degrado e che il professore avrebbe voluto recuperare.
Accettai di buon grado il progetto e fui felice che la mia donna A Camille impersonasse la lavandaia, una donna stanca ma, nel contempo, orgogliosa, tenace e robusta.
Fu così che donai l’opera al Comune di Fossano.
Il progetto divenne operativo con l’intervento dell’architetto Giacomo Mina che risolse ottimamente l’inserimento della scultura nel muro prospettico prospiciente il Naviglio.
I lavori furono ultimati nella primavera del 1989.